“Cosa sarà che fa crescere gli alberi la felicità che fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento cosa sarà a far muovere il vento a fermare un poeta ubriaco a dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato cosa sarà che ti svegli al mattino e sei serio che ti fa morire ridendo di notte all’ombra di un desiderio cosa sarà che ti spinge ad amare una donna bassina e perduta la bottiglia che ti ubriaca anche se non l’hai bevuta cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c’è cosa sarà che ti porta a comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno cosa sarà che ti strappa dal sogno cosa sarà che ti fa uscire di tasca dei no non ci sto ti getta nel mare e ti viene a salvare cosa sarà che dobbiamo cercare che dobbiamo cercare cosa sarà che ci fa lasciare la bicicletta sul muro e camminare la sera con un amico a parlare del futuro cosa sarà questo strano coraggio o paura che ci prende e ci porta ad ascoltare la notte che scende cosa sarà quell’uomo e il suo cuore benedetto che scese dalle scarpe e dal letto si è sentito solo e come un uccello che è in volo si ferma e guarda giù.”
FUTURA TORNA A FUTURA
Dopo quattro anni Futura ritorna a Futura. La canzone e il testo di Lucio Dalla ci avevano dato l’ispirazione a realizzare un evento che fosse capace di definire le prospettive del nostro futuro attraverso il contributo culturale delle scienze, della filosofia, della letteratura e del cinema. Nel nostro logo abbiamo voluto una bambina che abbiamo chiamato Futura e che tende la mano verso un albero i cui frutti sono ignoti ma contemporaneamente molto
desiderabili. Ora siamo tornati ad un’ altra indimenticabile canzone di Dalla ( che ne ha scritto il testo, la musica è di Rosalino), “Cosa sarà”. La rilettura del testo alla luce dello stato di crisi di ogni concetto di giustizia, di uguaglianza, in sintesi di umanità, fa uno strano effetto, quello di un mondo che oggi cammina a marcia indietro,quando vorremmo invece “camminare la sera con un amico a parlare del futuro” . Una nostalgia delle speranze e delle illusioni che furono ci coglie d’improvviso, il futuro immaginato ci appare quasi come certi giocattoli che i bambini usano per fuggire dal tempo vissuto e navigare in un mondo di fantasia. “Todo cambia”, fu il tema dell’edizione 2015, ma molto sta cambiando in peggio e non verso il bene come avremmo voluto. Ora vogliamo chiederci, ponendo il quesito a tutti i nostri ospiti, ” Cosa sarà”, sia nella accezione del testo di Dalla ( il motore della vita), che in quella più ampia di domanda sul futuro e le sue incognite.
Mentre guardiamo alle ipotesi sul domani e manifestiamo speranze sulle prospettive positive, il futuro è già qui, la “vita nova” si materializza con i segni concreti del futuro presente. Facciamo nostre, a questo proposito, le parole di un grande filosofo italiano:
“L’orizzonte è invalicabile per definizione: si sposta con il nostro stesso spostarci lungo l’asse dei presenti successivi. In questo senso noi “defuturiamo” il futuro, cercando di renderlo prevedibile già nel presente. Restringiamo così successivamente l’estremo numero delle possibilità mediante statistiche, proiezioni e previsioni.E,soprattutto,mediante l’azione programmata,che trasforma il “futuro presente” dentro il nostro orizzonte in “presente futuro”, quello che si realizzerà effettivamente a un momento dato e rivelerà quali previsioni erano adeguate e quali no” (Remo Bodei, LA FILOSOFIA DEL NOVECENTO, 1997).
Il Direttore Artistico di Futura Festival
Gino Troli